L’appeal del colore
Lesson n. 1. Apri la bottiglia, versa nel calice, G U A R D A! Può capitare che presi dalla voglia di bere, mi correggo volevo dire rilassarsi davanti un bicchiere di vino, si saltino due step importantissimi ossia la vista e l’olfatto.
Mettiamo questi due sensi nell’angolo dando più attenzione al gusto. O forse neanche a quello. Quante volte, magari in passato, abbiamo bevuto bicchieri tutti d’un fiato, alla goccia, senza preoccuparci di nulla…
Ebbene, il colore è invece il nostro primo indicatore, è lo sguardo prima della stretta di mano e dirsi “piacere”.
È come quando conosciamo qualcuno che ci piace. Certo il contenuto è importante, ma anche l’occhio vuole la sua parte.
La bellezza del colore è una delle mille sfumature del magico mondo del vino. È l’anteprima! Ha la potenzialità di raccontarci da dove questo o quel vino viene (ambiente pedoclimatico), qual è il vitigno di origine, che tipologia di vino abbiamo di fronte – è giovane o è un vino importante, più strutturato, più evoluto, con un affinamento particolare e magari anche qualche anno di bottiglia.
In un certo senso ci suggerisce anche cosa abbinarci. Con che viaggia bene. O comunque ci aiuta a scegliere tra le varie maxi categorie. Non vi stupirete se dichiaro che Barolo e spigola sono davvero una brutta coppia, espressione di totale disequilibrio e disarmonia!
E se ci fate caso, nelle nostre 20 regioni italiane quante ricette della tradizione si sposano con i vini (e vitigni) di quella zona o sottozona?! Sia chiaro, esistono ennemilamilioni di abbinamenti possibili:ma osservando le basilari consuetudini enogastronomiche, il margine di errore concretizzabile nel “cazzottoinbocca”, è decisamente ridotto!
I criteri del colore

L’intensità, la tonalità e la vivacità del colore costituiscono i tre parametri fondamentali nella valutazione del colore del vino.
In ogni caso, è necessario domandarsi o sapere che vitigno è, dato che ogni varietà differisce dall’altra (nel Registro delle Varietà ne abbiamo, appunto, più di 900), e ognuna ha delle caratteristiche proprie anche in tema di colore.
In particolare, alcune varietà di vitis vinifera – syrah, lagrein, barbera, aglianico, i cabernet – hanno nel proprio patrimonio genetico un corredo di pigmenti (responsabili del colore) più ricco e resistente rispetto ad altre varietà – pinot nero, grenache, nebbiolo, schiava.
Oltre al vitigno in questione osservando l’intensità, bisogna tenere a mente il territorio di origine dato che l’ambiente pedoclimatico – inteso come zona o ancora sottozona, latitudine (i vini nordici sono meno carichi di colore rispetto ai vini mediterranei), altitudine, clima, esposizione, composizione del terreno – ha un’influenza determinante.
Sull’intensità del colore influisce moltissimo anche l’andamento climatico stagionale. È stato un anno freddo e piovoso, regolare o l’annata è stata calda?!
E poi influisce l’uomo, chiamato a scegliere quando raccogliere le sue uve in relazione alla vendemmia, ai vitigni che possiede e ai vini che vuole produrre.
Pressatura soffice degli acini, criomacerazione o brevi/lunghe macerazioni con le bucce.
Durata delle fermentazioni, rimontaggi, temperature di vinificazione. Materiali utilizzati ossia vasche di acciaio, barrique o botte grande, anfora o cemento. E se sì, per quanto tempo?!
La tonalità del vino va altresì a valutare, oltre che il vitigno in questione, anche il suo stato evolutivo.
Possiamo per esempio chiederci se abbiamo di fronte un vino d’annata o se quel colore è frutto di una sua evoluzione in bottiglia.
Così ancora, se il giallo oro che abbiamo nel nostro bicchiere deriva dal fatto che le uve siano state raccolte a piena maturazione, piuttosto che abbiano, invece, subito una breve macerazione o ancora il vino abbia vissuto per qualche mese in legno. In alcuni casi, succede che abbiano luogo tutti questi passaggi e osservandolo capiamo chi è e quanti anni ha…
La vivacità del colore
Questa rappresenta forse il parametro di valutazione con la maggior forza attrattiva.
Detiene quel potere di farti scegliere lo stesso vino che versano nei bicchieri del tavolo accanto o, nel caso dei vini rosati, di farti comprare proprio quella bottiglia che ha quella splendida sfumatura di rosa visibile attraverso la trasparenza del vetro. Perché è a questo che servono le bottiglie trasparenti: ti fanno sognare e immaginare il gusto che c’è dentro. E il nostro occhio, attratto dai vividi colori, non resiste cedendo davanti alla bellezza, inebriato di freschezza e intensità.

In sintesi, guardiamoli questi vini che “didatticamente” vengono inquadrati così: giallo verdolino, giallo paglierino, giallo dorato, giallo ambrato. Rosa tenue, rosa cerasuolo, rosa chiaretto. Rosso porpora, rosso rubino, rosso granato, rosso aranciato.
E cogliamone sfumature e riflessi!