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Elon Musk e Bank of China affossano Bitcoin

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Bitcoin subisce un brutto colpo. Deve fare i conti con i tweet di Musk e lo stop della Cina. Intanto, perde metà del suo valore.
Elon Musk e Bank of China affossano Bitcoin

Dopo una crescita inarrestabile, Bitcoin subisce un brutto colpo. Deve fare i conti i tweet di Musk e lo stop della Cina. Intanto, perde metà del suo valore.

Il suo prezzo al momento viaggia poco sopra quota 30 mila euro, dopo settimane di ribasso e un susseguirsi di posizioni critiche. La prima quella di Elon Musk – sì, proprio lui – che dopo l’iniziale entusiastico annuncio a febbraio scorso che Tesla avrebbe accettato Bitcoin come valuta di pagamento, ha twittato affermando che non si accetteranno più pagamenti in criptomonete, poiché poco eco-sostenibile.

Un secondo pesantissimo colpo lo ha dato Bank of China, che a maggio avverte – ma sappiamo che è più di un semplice avviso – le sue istituzioni finanziarie di non offrire alcun tipo di servizio legato a criptovalute, poiché è troppo alto il rischio volatilità.  

I Bitcoin nel bilancio di Tesla

Qualcuno potrebbe accusare il fondatore di Tesla di opportunismo dopo la vendita del 10% dei Bitcoin inseriti nei conti societari, con un ricavo di 272 milioni di dollari (101 milioni di profitto netto). Un investimento che rientrava in una strategia di diversificazione e massimizzazione dei rendimenti sulla liquidità a disposizione. Semplice e pura speculazione?

Ad un primo sguardo potrebbe sembrare. Eppure, a ben vedere, come spiegato nell’analisi di Vito Lopis sul Sole24Ore, il motivo sembra essere un altro. Elon Musk non ha liquidato la posizione personale, bensì Tesla ha effettuato un bilanciamento del portafoglio. Il valore del Bitcoin (quasi raddoppiato) ha costretto a vendere una parte di quell’8% di liquidità investito nella crypto, per mantenere bilanciata – in termini percentuali – la sua esposizione, rispetto agli altri asset in portafoglio.

Il cambio di rotta in un tweet

Accade poi che il fondatore di Tesla si ricorda dell’impatto ambientale – ricordiamo che produce auto elettriche – delle attività di mining per estrarre Bitcoin e decide di cambiare idea sulle modalità di acquisto in crypto delle sue auto. La preoccupazione per le emissioni di CO2 nell’atmosfera, ha fatto invertire la rotta presa solo pochi mesi fa, permettendo di acquistare le sue auto con criptovalute. 

 Dopo una crescita inarrestabile, Bitcoin subisce un brutto colpo. Deve fare i conti i tweet di Musk e lo stop della Cina. Intanto, perde metà del suo valore.
Elon Musk e Bank of China affossano Bitcoin

Musk ha dichiarato: «Siamo preoccupati per il crescente uso di fonti fossili nell’estrazione di Bitcoin e nelle transazioni […]. La criptovaluta è una buona idea su diversi livelli e crediamo che abbia un futuro promettente, ma questo non può avvenire a scapito dell’ambiente». Questa mossa ha spinto giù del 15% il Bitcoin.

Dopo una crescita inarrestabile, Bitcoin subisce un brutto colpo. Deve fare i conti con i tweet di Musk e lo stop della Cina. Intanto, perde metà del suo valore.
Elon Musk e Bank of China affossano Bitcoin

Ciò non bastasse, sempre sul suo account Twitter, ha lanciato un sondaggio tra i suoi follower chiedendo se Tesla avrebbe dovuto accettare DogeCoin (criptovaluta nata per scherzo) ricevendo una risposta favorevole dal 78% degli utenti. Tuttavia, dopo essere cresciuta del 14.000% da inizio anno, anche DogeCoin subisce un forte ribasso, perdendo metà del valore in poche settimane.

Dopo una crescita inarrestabile, Bitcoin subisce un brutto colpo. Deve fare i conti con i tweet di Musk e lo stop della Cina. Intanto, perde metà del suo valore.
Elon Musk e Bank of China affossano Bitcoin

Lo stop della Cina

Ultima in ordine di tempo, è arrivata anche la stoccata delle istituzioni finanziarie cinesi. China Internet Finance Association, China Banking Association e China Payment and Clearing Association, hanno evidenziato che «di recente i valori delle criptovalute sono schizzati e crollati e il trading speculativo è ripreso, infrangendo la sicurezza delle proprietà delle persone e interrompendo il normale ordino economico e finanziario».

Lo stop della Cina ha fatto calare ancora di più il mercato crypto, a causa delle limitazioni nella fornitura di servizi legati alle transazioni in criptovaluta nei confronti di tutte le istituzioni finanziarie. Troppo grande il rischio a causa della volatilità. «Le criptovalute non sono protette dalla legge» e «il loro prezzo è estremamente facile da manipolare».

Conclusione

Basterà tutta questa baraonda a disincentivare all’acquisto di criptovalute? Senza alcun dubbio…no! La tentazione di investire anche poche centinaia di euro e tentare la fortuna per diventare milionari – vedasi il caso GameStop – è troppo forte per dissuadere anche il più scaltro investitore.

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