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Velletri, il Consiglio comunale mette a nudo le manovre politiche

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Velletri. A poco più di due anni dalle elezioni amministrative previste per il 2018, il quadro politico veliterno è ancora una nebulosa indecifrabile, con i partiti che appaiono per lo più concentrati sulle singole tematiche che di volta in volta salgono alla ribalta della cronaca politica. Un continuo navigare a vista insomma, almeno apparentemente così è stato fino a ieri.

E sì, perché a riservare sorprese in tal senso è stato proprio il Consiglio comunale di mercoledì mattina, convocato per affrontare tra l’altro la questione della Fondazione pensata per gestire gli spazi culturali della Città e che ha ottenuto il definitivo via libera dell’aula. Ma a lasciare traccia sono stati i segnali, alcuni espliciti altri meno, provenienti dai rispettivi schieramenti politici. Tentativi di prospettive future che cerchiamo di riportare, come fosse un ragionamento a voce alta.

Nel centrodestra cambio di rotta. La notizia esplicita della giornata è il passaggio nella compagine di Fratelli d’Italia dei consiglieri comunali Antonietta Dal Borgo e Andrea D’Agapiti, che lasciano dunque Forza Italia per il partito della Meloni. Una mossa che, sebbene apparentemente non cambi gli equilibri tra gli schieramenti, sposta a destra il fulcro nevralgico dell’opposizione, che vede da oggi in Fratelli d’Italia il partito più numeroso in Consiglio con i suoi quattro consiglieri. Dal canto suo, dopo le fuoriuscite di D’Agapiti e della Dal Borgo che si aggiungono a quella di Cerini di qualche mese fa, a rappresentare Forza Italia sarà il solo Salvatore Ladaga, proprio l’ex candidato a sindaco di quel centrodestra che a quanto pare non ha ancora risolto del tutto i problemi che favorirono la vittoria al primo turno di Servadio e che probabilmente prova a darsi una fisionomia diversa per il futuro, smarcandosi dai volti noti.

Nel centrosinistra la quiete può diventare inquieta. Sia chiaro, la maggioranza che sostiene l’amministrazione Servadio gode di ottima salute, ma con l’avvicinarsi della scadenza elettorale e vista l’impossibilità per il sindaco di ricandidarsi per un nuovo mandato, si ha l’impressione che tra non molto tempo inizierà la partita vera. I malumori di una parte del PD sono cosa nota e sulla questione della Fondazione sono stati palesati dai consiglieri Cugini e Leoni che hanno preferito non partecipare alla discussione di quel punto all’ordine del giorno. Proprio Leoni, d’altronde, è il principale sponsor dell’assessore alla Cultura Ilaria Usai, la grande assente ingiustificata della seduta consiliare di ieri, segno di un “imbarazzo politico evidente” per dirla con le parole del consigliere di opposizione Giorgio Greci. Le difese nemmeno troppo accalorate della maggioranza però non vengono colte dall’opposizione che sembra più interessata ad aggraziarsi Stefano Pennacchi, il giovane consigliere di Sinistra per Velletri che da mesi ha scelto di lasciare la maggioranza e avere le mani libere, anche un po’ in maniera propagandistica, incurante del peso politico ininfluente che la sua compagine riveste attualmente in Consiglio comunale.

In questo quadro, dunque, capita sempre più frequentemente di assistere a votazioni frutto di alleanze momentanee che si formano sui diversi argomenti e che mettono insieme consiglieri che sembravano distanti anni luce l’uno dall’altro. È così che Pennacchi si ritrova in sintonia con Greci e Di Luzio (già da qualche mese in verità) e Ladaga con Servadio. “È la democrazia” si potrebbe facilmente osservare, oppure siamo dinanzi a quelle “maggioranze trasversali di cesaroniana memoria” come le ha definite il consigliere Alessandro Priori, proprio lui che ha da poco mandato in soffitta l’NCD per traslocare nel Movimento Idea.

In tutto questo, chi sembra abbastanza divertito è proprio il sindaco Servadio, che anche ieri ha portato a casa il risultato come avviene da otto anni a questa parte.

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