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KUM! Festival: come ripartire. CANTIERI 2021

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Ad Ancona dal 15 al 17 ottobre si è svolto il KUM! 21, edizione del Festival a cura di Massimo Recalcati e Federico Leoni.
KUM! Festival: come ripartire. CANTIERI 2021

Ancona, 15-17 ottobre 2021. Si è svolto presso la suggestiva Mole Vanvitelliana di Ancona il KUM! 21, edizione del Festival a cura di Massimo Recalcati e Federico Leoni. Questo polo culturale della città marchigiana fa da sfondo al cruciale tema della Ripartenza, della Ricostruzione, della Reinvenzione. 

Cantieri appunto è il titolo di questa edizione del Festival, che come ogni divenire porta con sé la costruzione del nuovo, dell’inaspettato fondato su quel vuoto che la pandemia ha lasciato e che proprio per i tratti del vuoto chiama ad interrogarsi.

Numerosi i relatori: psicoanalisti, economisti, filosofi, politici, teologici, psichiatri, antropologi e sociologi, ed infine artisti, scienziati e curatori dell’arte. Queste sono le figure invitate a prendere parola su temi come la ripartenza. 

Ripartenza che vede il pieno coinvolgimento dell’essere umano, colui che in parte ha contribuito al punto in cui la pandemia si è espansa, divenendo una sindemia che, come recita la Treccani, è “l’insieme di problemi di salute, ambientali, sociali ed economici prodotti dall’interazione sinergica di due o più malattie trasmissibili e non trasmissibili, caratterizzata da pesanti ripercussioni, in particolare sulle fasce di popolazione svantaggiata”. 

Tema centrale interrogato a partire dal luogo: il KUM! nasce infatti come uno spazio in cui diffondere il sapere, mettere a lavoro le emergenze sanitarie, sociali, economico-finanziarie, politiche e culturali della nostra società, mentre cantieri implica il lavoro permanente

Cantiere psicoanalisi

Non primo, né ultimo, ma necessario è il lavoro continuativo che gli analisti di tutta Italia stanno portando avanti in quest’epoca caratterizzata da depressioni, patologie che implicano il corpo, attacchi di panico o ansia, disturbi del comportamento alimentare. Così lo psicoanalista è chiamato in causa in un setting, dal vivo o online, fatto di angosce non contenute e di lutti non elaborati. 

Abbiamo un’angoscia collettiva data dall’incertezza dell’avvenire, così come spiega Ana Hounie psicoanalista uruguayana: “Stiamo abitando il dolore e la vulnerabilità in un nuovo modo, con forme inedite di resistenza ad un appiattimento generale”. Facendo così leva su questa spinta mortifera per rinforzare la spinta alla vita. 

 

Cantiere sanità

In questo cantiere prende la parola Alessandro Vespignani, fisico informatico, partendo dall’idea che la salute, essendo un bene di tutti, necessiti dopo la pandemia di una nuova gestione paradigmatica costituita da interconessioni fra nazioni diverse, andando oltre la classica trattazione locale e coinvolgendo la salute in termini internazionali. Sempre sul tema salute questa volta di ordine mentale prendono la parola Michele Rugo e Giorgia Cannizzaro rispettivamente psichiatra e psicoanalista: asseriscono che la ripartenza implica un maneggiamento dell’angoscia, un rispetto della leggerezza come dimensione accettante di fagli e storture che ogni vita possiede, e infine una responsabilità perché un tratto distintivo della pandemia, per chi ha voluto vederlo, è nell’accorgersi della dimensione sindemica appunto, del cooperare in una condizione problematica divenendo quindi attori protagonisti del problema di cui in prima persona soffriamo.

Cantiere antropocene, politica ed economia

A proposito di cooperazione e di implicazione in termini ambientali, o meglio nella relazione uomo-ambiente, nel cantiere antropocene viene definito come centrale il concetto di ricostruzione, costruzione ed assembramento: viene messa in questione la supremazia del legame virtuale che designa particolarmente quest’epoca, mostrando come il legame sociale si sia sfilacciato, sbrindellato, decostituito e non abbia più i tratti di un rapporto fatto di maglie esperite, ma di una foto, un like o una videochiamata. Questo c’è, ed è peraltro importante che ci sia: ciò che risulta necessario però è che non sia solo questo, che non basti questo a sostituire il legame sociale, che non si avverta la sensazione della sufficienza di sé stessi. Pierfrancesco Majorino, politico e scrittore, ricorda come la memoria sia alla base di una ripartenza valida: senza dimenticare il dolore, la sofferenza e il lutto che hanno caratterizzato i due anni trascorsi, conciliandoli con uno spirito immaginativo di rinnovamento e ricostruzione in cui le nuove idee fanno da principi guida per non ripercorrere strade ed errori già battuti. 

Cantiere istituzione

Il filosofo e professore universitario Roberto Esposito parte da una frattura, quella politica, istituzionale e teorica, che si manifesta con la frattura dei legami, ponendo in questione soprattutto  il fatto che l’istituzione di per sé sia un sistema vivente e che, come tale, debba avere una cura nell’essere fatto crescere, nel costituirsi. Subentra nel dialogo uno splendido disegno mostrato da Chiara Giaccardi, professoressa ordinaria di sociologia, che mostra come esistano quattro punti cardine  come mezzi con i quali istituire la nuova interdipendenza e creare il nuovo tempo che il post covid ci chiede: personali, identità collettive, libertà e legame.  

Cantiere scuola

Grazie alla lectio magistralis di Massimo Recalcati ci si è potuti interrogare sulla scuola che apre e quella che chiude, sul potere nefasto delle lezioni a distanza e dell’assenza di legame che costituisce un apprendimento fatto di relazioni sociali e fra pari. Anche la relazione docente – discente ha sentito i suoi tratti frammentarsi. La scuola ad oggi ha una sola domanda: come riaccendere il desiderio?

Affinché vi sia una scuola fatta di cultura dell’umanità, affinché ogni alunno possa essere l’Uno con la sua singolarità, con la sua stortura o ancora con la sua cifra assolutamente individuale e soggettiva, la scuola sembra permanere come quel terreno fertile per un paese che apre alla riflessione al cambiamento, che non occlude il sapere con nozioni, ma che mette la possibilità di conoscenza in una dialettica socratica del sapere di non sapere. Lo psicoanalista Umberto Zuccardi Merli si interroga su quale possa essere la traccia che rimarrà negli adolescenti, nel caso in cui questo sfaldamento relazionale assumerà le forme di una cosa piuttosto che di un’altra. Aldo Becce, psicologo e psicoterapeuta, conclude conclude infine con una riflessione sull’atto del cadere e del rialzarsi: partire dal trauma per alzarsi e uscire da questa condizione priva di progettualità che la pandemia ci impone.  

 

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“Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria col suo marchio speciale di speciale disperazione”, presa dal “Je est un Autre”, divisa nella psicoanalisi e nelle neuroscienze, critica, intellettualmente dissidente, amante della lettura e scrittura. Sofia di nome e di fatto.