La pagina Instagram che accompagna le donne quando si sentono in pericolo a tornare a casa da solǝ. Il diritto di sentirsi liberǝ e il dovere di rispettare gli altri sono i principi cardine del progetto.
Un episodio troppo comune
Sentirci insicure la sera per strada, non saprei con quale episodio iniziare.
Ripenso a quella volta che, passeggiando per i vicoli del centro, un solo sguardo tra me e una ragazza è bastato per capirci: un uomo la stava seguendo. Aveva il telefono all’orecchio e mi si è accostata in un modo inconfondibile, con un sorrisetto tra la supplica e l’imbarazzo. “Ehi bella come stai?” ho detto senza accorgermene. Un automatismo, una risposta ad una tacita richiesta di aiuto nel giro di pochi secondi. Io in quella situazione ero “al sicuro”, con me c’era un ragazzo. E anche questa è una cosa che abbiamo pensato troppe volte.
La ragazza a mezza bocca mi ha detto che l’uomo dietro di noi la seguiva da quando si era salutata con gli amici, continuava a sorridere per far credere al suo inseguitore che ci conoscevamo. L’uomo ci ha seguito per qualche metro ancora, fino all’arrivo trafelato di alcuni suoi amici in bici (dovevano aver corso parecchio, mi sembrava di vedere i loro battiti cardiaci), a quel punto si è fermato e se ne è andato. Non avevamo più dubbi.
Quell’episodio mi aveva scosso: e se noi non avessimo svoltato proprio lì? Prima dell’arrivo degli amici ci sarebbe stato abbastanza tempo per essere infastidita o aggredita. E se fossi stata io? Plausibilissimo, avrò fatto decine di volte quel tragitto anche ad ore più tarde. E ancora: “io non avevo minimamente capito” è stata la risposta del ragazzo che era con me “meno male che c’eri tu, altrimenti non si sarebbe avvicinata a me per cercare aiuto”. No, non l’avrebbe fatto. In una situazione di spavento come quella ogni uomo è visto come un pericolo.

E poi un altro pensiero fisso.
Era sabato sera, tantissime altre ragazze sarebbero tornate da sole a casa quella notte… e quell’uomo dov’era? Quanti ce n’erano in giro? Quante avrebbero potuto chiamare degli amici in grado di andarle in contro in caso di pericolo? Quella ragazza aveva incontrato noi, ma le altre?
Vogliamo tornare a casa senza essere ammazzate

Uno sguardo era stato sufficiente perché è una sensazione che purtroppo conosciamo benissimo. Quella di non sentirci al sicuro passeggiando da sole di notte, di accelerare il passo, schivare gli sguardi, attivare al 100% tutti i sensi per captare il prima possibile qualsiasi movimento o rumore sospetto.
Prendere il telefono, magari chiamare qualcuno, è la strategia per farci forza durante il tragitto.
Da questa sensazione comune nasce Donnexstrada, il collettivo che fa partire una diretta Instagram quando non ti senti al sicuro a rientrare da sola. Sarebbe meglio dire quindi che in realtà nasce proprio con l’intento di abbattere questa comune, e spiacevole, esperienza che ci portiamo addosso.
“Si tratta di una modalità che abbassa la probabilità di approcci indesiderati e qualora avvenissero di poter avere più testimon* dell’accaduto e agire prontamente chiamando i numeri di emergenza” dichiara sul profilo Twitter Donnexstrada. Il diritto di camminare senza paura per strada dovrebbe appartenere ad ogni donna e il motto “Non vogliamo essere coraggiose, vogliamo essere libere” esprime benissimo il concetto.

La pagina Instagram è stata aperta a marzo 2021 dopo il femminicidio di Sara Everard a Londra, uccisa mentre rientrava a casa, da sola. A ideare il progetto è stata Laura Dilectis, 26 anni, psicologa clinica che ha deciso di sfruttare il potere amplificatore dei social per una causa sociale (passatemi il gioco di parole). E la risposta avvalora quanto detto fino ad ora: in pochi mesi la pagina è arrivata a 88 mila followers. A collaborare in Donnexstrada attualmente ci sono diverse volontarie, psicologhe e non, che stanno portando avanti altri progetti oltre quello delle dirette per strada.
Direttexstrada: come funziona
Una volta inviata la richiesta tramite messaggio Instagram, una delle volontarie si attiva per fare compagnia alla persona che ha contattato durante il tragitto. A questo proposito, è importante che per altri tipi di richieste, come le collaborazioni, vengano effettuate tramite mail (donnexstrada@gmail.com) così da non intasare i messaggi in direct.

Iniziative di Donnexstrada
Donnexstrada sta portando avanti altri tre progetti oltre a Direttexstrada:
- offre sostegno psicologico a prezzi sociali (€ 30 a seduta);
- raccoglie testimonianze per riuscire a rappresentare quanto il fenomeno della violenza sia esteso e per non far sentire sole tutte quelle donne che ne sono state vittime;
- fa informazione su tutto ciò che può essere violenza, perché troppo spesso il fischio, la suonata di clacson o l’apprezzamento gratuito vengono considerati forme di “complimento”.
Inoltre, anche grazie alla continua espansione del gruppo, Donnexstrada sta lanciando altre iniziative come i Notturni sicuri, il Taxi in sospeso, i Punti viola e i Seminari di formazione per diverse categorie di professionistǝ.
Per saperne di più, dare supporto e/o collaborare, basta andare sul loro profilo Instagram dove è possibile trovare tutte le informazioni necessarie.
Concludendo mi sorge riflessione abbastanza ambigua: sono contenta che il progetto stia avendo un’ottima risposta e si stia allargando a macchia d’olio, ma allo stesso tempo sogno che presto non siano più necessarie queste iniziative perché ci sentiremo sicurǝ di camminare per le nostre vie.
Quando ciò avverrà, sarà anche grazie all’impegno di Donnexstrada!