Sabato scorso, 21 Novembre, a Macerata si è svolta una conferenza in occasione dell’uscita del saggio “La verità della bellezza. Colloquio sull’arte con Jacques Lacan”, di Valentina Galeotti ed edito da Quodlibet.
A prender parte all’incontro sono stati l’autrice, Riccardo Sacchi (Assessore allo Sport, Turismo, Eventi, Gemellaggi, Comunicazione e Marketing), Lucrezia Ercoli (Direttore Artistico di Popsophia) e Daniele Luciani (psicanalista), il tutto con la gentile moderazione della Dott.ssa Sofia Diana (neuropsicologa e psicoterapeuta).
Per chi si fosse perso l’evento ma sia però incuriosito, oggi abbiamo Sofia stessa a raccontarci qualcosa in più sul tema.
Q.1 Che arte e filosofia vadano a braccetto non sorprende, ma in cosa la proposta di Lacan è stata innovativa nel campo della psicologia?
Lacan sovverte la lettura del fantasma dell’artista con l’opera d’arte rappresentativa del reale, e cioè di ciò che fa orrore nella vita. L’arte consente quindi di bordare tale orrore, creando con un “velo” la sua bellezza.

Q.2 Quali sono i punti di forza dell’opera di Galeotti?
È molto interessante la riflessione sulla posizione interrogativa dell’arte urbana come mezzo che colpisce chi la vede, in quanto rompe con i crismi dell’arte classica disposta nei musei.
Q.3 Questa nuova concezione può quindi aprire nuove porte in terapia psicanalitica?
Si tratta più precisamente di rintracciare l’arte, magari urbana, all’interno dell’analisi di un artista, valutando singolarmente il caso. Si dovrebbe andare cauti poiché, come diceva Freud, il sintomo è già di per sé la migliore soluzione al problema!
Q.4 L’arte e gli adolescenti: che relazione?
La fruibilità dell’arte o la sua applicazione in senso urbano nella fascia adolescenziale può essere una fortuna da valorizzare, se un soggetto giovane-adulto affronta un percorso di analisi.
Q.5 Qualche spunto particolarmente interessante che hai portato a casa dalla conferenza?
Dal non sapere nascono i migliori presupposti per interrogare e ragionare. La psicoanalisi rispetto alla scienza non satura, non tappa né occlude, ma interroga e pone in tensione donando un contatto con il reale, a cui tutti siamo sottoposti.
Grazie Sofia! Cari lettori, se avete domande scrivete pure nei commenti.
