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Velletri omaggia Eduardo, il ricordo del grande artista nel libro di Italo Moscati

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A trent’anni dalla scomparsa, Velletri ricorda il mito, il commediografo, il regista, l’attore, ma anche l’uomo Eduardo. Un calendario che, accanto alla rappresentazione di alcuni dei grandi capolavori del maestro, martedì 28 ottobre al Teatro Artemisio ha visto la presentazione del libro “Eduardo De Filippo. Scavalcamontagne, cattivo, genio consapevole”, in cui Italo Moscati sviscera il pensiero e l’umanità di uno dei più complessi artisti che hanno segnato il teatro italiano, semplicemente raccontando, al di là di ogni dietrologia.

Questo ‘libro mosaico’ in cui si raccolgono le testimonianze di chi conobbe Eduardo, offre una nuova chiave di lettura all’opera immensa che ci è pervenuta ancora viva, come se volesse sopravvivere al suo autore, in cui tutto è trasformazione, tutto è un “lasciare sospeso”, quasi un’invocazione a ciò che verrà dopo la fine dello spettacolo.

Questi racconti “poco celebrativi, inquietanti, provocatori” lasciano la possibilità di intravedere come, fieramente nascosto sulla scena, Eduardo sia stato anche “cattivo” davanti ad un teatro che cambiava, evolveva, sfuggiva forse, negli anni dell’avanguardia e in quelli più feroci della crisi e, allo stesso tempo, “genio consapevole” nella rappresentazione cruda, a volte eroicomica, dei protagonisti di ciò che lo ha circondato, degli ambienti in cui la camorra c’era ma non si vedeva: da qui le critiche all’uomo ancor prima che al regista.

Ma Eduardo è stato soprattutto “scavalcamontagne”, come ce lo immaginiamo ancora, come lo immaginano i giovani che lo avvicinano, umile ed al tempo stesso sfrontato, quando alla confusione dei teatri di provincia opponeva il silenzio fermo ed inamovibile di chi vuole attenzione perché sa di avere qualcosa da dire.

Quello che Moscati dipinge è un insieme di suoni, odori, colori, frasi, battute e voci, ovvero la scia di un talento purissimo che se ne è andato lasciandoci, ancora una volta, immaginare soltanto cosa succede dopo la chiusura del sipario.

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Gabriele Cimmino è nato nel 1996, ha una personalità spiccata che si sviluppa tra letteratura, innaturali tendenze a parlare di sé in terza persona ed un incessante citazionismo; ad esempio, scrive su WalkieTalkie per consumare "un po' d'ansiosa incosciente giovinezza".