Velletri – Ci ha pensato lui, come del resto avviene da dieci anni a questa parte, a mettere i puntini sulle i e a fare il punto su quanto accaduto a Velletri in questa ultima decade che lo ha visto protagonista indiscusso della vita politica e amministrativa della città. Lui è Fausto Servadio, che si appresta a vivere gli ultimi mesi da sindaco come se fossero i primi, senza la minima intenzione di mollare un centimetro agli avversari vecchi e nuovi che ha incontrato, sfidato e vinto in questi anni.
La cornice era quella di casa, la Festa de l’Unità che il Partito democratico di Velletri ha organizzato a Parco Muratori sotto lo slogan inequivocabile di “Uniti si vince”, preludio a una campagna elettorale che è pronta ad entrare nel vivo, sebbene il sindaco non abbia minimamente fatto cenno al “dopo Servadio”, rimandando così quella sua investitura ufficiale interna al Pd o al centrosinistra che in tanti aspettano o sperano.
Il primo cittadino, dunque, ha preferito soffermarsi sui quasi dieci anni di amministrazione che volgono al termine e rispetto ai quali si è detto “molto soddisfatto di quello che siamo riusciti a realizzare”. Il limite più grande che ha riconosciuto alla sua gestione può essere sintetizzato in un difetto di comunicazione: “anche se le cose è meglio farle che dirle, noi non sappiamo venderci come dovremmo e questo fa sì che sulla stampa spesso vengano riportate notizie false – ha accusato Servadio – create ad arte per confondere i cittadini, soprattutto quelli che tendono a non informarsi perché ritengono che ciò che avviene al comune non li riguardi.”
Un comune, quello di Velletri, che nel 2008 lui ha ereditato con un debito di 92 milioni di euro e che “oggi è risanato, così come la Volsca che aveva 30 milioni di debito e oggi fa utile e la Velletri Servizi che spendeva 4,5 milioni di euro a fronte dei 2,5 milioni di oggi”. Su come un’impresa del genere sia stata possibile, Servadio non ha dubbi: “tagliando gli sprechi”, a cominciare dagli affitti milionari che, a detta del sindaco, servivano ai suoi predecessori “per favorire i loro amici” e dalla gestione dei parcheggi a pagamento che il centrodestra aveva sciaguratamente scelto di appaltare all’esterno, diminuendo sensibilmente gli introiti per le casse comunali. E poi ancora, il blocco delle assunzioni, imposto anche a seguito della dichiarazione di dissesto finanziario dell’ente che, a tal proposito, oggi dispone di un organico inferiore di circa 150 dipendenti rispetto al fabbisogno reale. Un gap che in questi anni – ha proseguito Servadio – è stato possibile colmare solo grazie al lavoro in più degli assessori, che spesso si sono sostituiti ai dipendenti mancanti garantendo lo svolgimento delle varie attività.
Riferendosi poi al rifacimento del centro storico e alla chiusura al traffico del Corso, il sindaco ha rivendicato il rispetto del programma elettorale sottoposto ai cittadini: “abbiamo mantenuto la promessa di trasformare Velletri in una città a misura d’uomo” ha dichiarato, annunciando anche il rifacimento di quelle “quattro o cinque strade che ci mancano per poter dire di averle risistemate tutte.” E poi le opere pubbliche, come la Casa delle Culture e della Musica, il Tempio delle Stimmate e via Sant’Anatolia realizzate grazie ai finanziamenti del progetto Plus, dal quale Velletri era stata ingiustamente esclusa dalla Regione e poi riammessa grazie alle minacce di ricorso proprio della giunta Servadio, senza dimenticare il teatro Artemisio, il PalaBandinelli, l’illuminazione pubblica e tutte quelle “azioni che non appaiono, come la messa in sicurezza delle scuole o il recupero dell’immondizia gettata incivilmente per strada, che insieme alla raccolta porta a porta, collocano Velletri tra le città più virtuose d’Italia”.
Tra le opere in cantiere, invece, il sindaco ha annunciato l’acquisto dell’ex carcere di piazza Cesare Ottaviano Augusto per una cifra che si aggira intorno al milione e cinquanta mila euro e che una volta ristrutturato potrà ospitare parcheggi, alloggi popolari e uffici comunali, così da accentrare tutte i servizi erogati dal Comune in un’unica piazza. Anche la Velletri Servizi cambierà presto sede e si trasferirà nell’ex palestra del Ponte Bianco, con un risparmio accertato di 60 mila euro l’anno di affitti, mentre per quanto riguarda il cimitero i lavori ultimati consentiranno lo spostamento della camera mortuaria e degli uffici nella parte nuova.
Un bilancio a 360 gradi, dunque, da lasciare in eredità a chi prenderà il suo posto, ma anche un’arma a disposizione delle forze politiche dell’attuale maggioranza in vista dell’imminente campagna elettorale, che si preannuncia lunga e ricca di sfidanti. In questo senso l’appello lanciato dal pubblico presente al discorso del sindaco Servadio è stato emblematico: “non lasciamo alle destre tutto il buon lavoro fatto in questi dieci anni”.